venerdì 1 febbraio 2013

Ciaspolata Notturna Monte Beigua Pra Riondo

Le limpidezza del mattino e la brezza che fotograva nitidamente il monte Beigua mi hanno fatto scattare la solita smania ciaspolatoria con flessibilità notturna. Inizio con una sequela di messaggi per accalappiare qualcuno con cui condividere l'avventura, ma sino al pomeriggio il Nulla. Quando ormai le speranze hanno iniziato ad affievolirsi ecco che mi balena l'idea di chiamare l'amico Nico con cui avevo condiviso la splendida avventura del trail dei 3 comuni (45 km con 3000 mt di dislivello). Detto fatto. Nico libero quella sera e pronto per la sua prima ciaspolata, oltretutto notturna per nulla al mondo avrebbe rifiutato. Appuntamento alle 20 sotto casa sua e via con la jeeppettina su per la strada. Prima sosta ad Alpicella per infilarsi gli scarponi , nel caso avessimo dovuto saltare giù dal mezzo prima della vetta per affrontare qualche animale preistorico (a volte sono un pò scemo, ma vado preso così). Spettacolo! L'arrivo dalle parabole dove parcheggio e subito si capisce dalle luci nitide di Savona e dalla luna maestosa che sarebbe stata una notturna da olimpiade. Vai subito di zaini ,ciaspole e frontalino con luce . Saltiamo subito nel primo pratone e immediatamente siamo trascinati da una forza irresistibile che ci porta verso quelle luci savonesi così luminose e vicine. E via di foto di dritto , di rovescio e di traverso. Però succede un fatto singolare. Ci rendiamo conto di non aver acceso i frontalini. Come è possibile, sono le nove  e mezza di sera. Persino si nota l'ombra precisa delle nostre sagome sulla neve. La luna splendente come un sole di mezzanotte  ci riporta alla realtà di un sogno vivo, palpabile come la sofficità della neve in cui affondiamo poco e che ci lascia spazio addirittura ad una timida corsetta soprattutto nei tratti in discesa quasi galleggiando. Sembra che ad ogni piccolo avvallamento si apra sempre di più la cornice di alberi, di neve, di luci e di un mare non completamente visibile (ma solo per via del colore simile al cielo). Un labirinto di colori che danzano e vengono rapiti dal bianco timido della neve illuminata dalla luna che ruggisce di un biancore quasi abbagliante non appena accendiamo per prova i frontalini. Cerchiamo di orizzontarci per capire dove potrebbe essere il rifugio di Pra Riondo. La si vede il monte Sciguello, quindi il rifugio dovrebbe essere leggermente più in su a nord. Seguiamo delle tracce di sciatori che vanno in quella direzione e capiamo che ci aspettano un paio di valloni da transitare. Con attenzione le discese e poi con passo vigoroso le successive salite. Se c'e stato un minimo di titubanza sulla direzione , scatta immediatamente la frase ..."ormai siamo qui cerchiamo di raggiunge il rifugio, dovrebbe essere laggiù all'incirca". Ecco la parola chiave che mi aspettavo da entrambi "ormai siamo qui"(non una sorta di rassegnazione, ma un incitamento alla battaglia). Ed eccoci quasi sgambettare nel bosco cercando una radura che ci dia indicazioni (ribadisco senza accendere il frontalino, impossibile descrivere cosa poteva aver combinato la luna). Improvvisamente si apre un declivio dove si intravvede una sagoma. Esseri umani. No il cartello che indicava direzione faie, chiesa di pietrarossa 2 ore. Ci siamo. Giriamoci a nord e dopo 500 metri il rifugio. Eccoli i due avventurieri che speranzosi di un pubblico che li salutasse per il loro successo trovano solo una luce accesa al primo piano dove probabilmente ci sono le camere. Che bello sarebbe stato un caffettino defaticante alle 11 di sera. Comunque ci accontentiamo di un sorso d'acqua e un pezzo di frutta disidratata. Prendiamo la strada, comunque ancora innevata e il passo del trailer arriva ritmico costante e imperterrito. Solo lo splendore della luna ancora sorridente per la nostra impresa e le sagome degli alberi che fanno da spettatori ci inducono a una sosta per fotografare e per un momento di riflessione su tutto ciò che ci è accaduto. Tutto e niente. Il chiaro della neve e lo scuro della notte. La luce della luna e il buio del cielo. Non è stato un sogno ancora una volta, ma è stata un'inesauribile realtà del mondo in cui viviamo che ci regala continuamente se stesso. Alla prossima vita.

 

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